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Un tuffo nel passato di Polyminix: l’origine dei polimini
- 31/07/2023
- Pubblicato da: Tokalon
- Categoria: MATEMATICA SCUOLA
Articolo di Alessia Manna
Fin dal primo momento in cui ho visto il gioco in scatola «Polyminix» ne sono rimasta affascinata: era sorprendente il modo in cui le figure prendevano vita all’interno di un mondo a quadretti, componendosi e scomponendosi attraverso la manipolazione delle tessere in cartone.
Ho deciso quindi di incentrare il mio lavoro di tesi magistrale in Matematica e didattica della matematica, presso il dipartimento di Scienze della formazione primaria dell’Università Roma Tre, proprio su questo gioco in scatola.
La mia relatrice, la professoressa Millán Gasca, ha accolto con entusiasmo questo intento e abbiamo deciso di studiare in modo approfondito «Polyminix» sia dal punto di vista storico che da quello pedagogico-didattico. Allo stesso tempo abbiamo anche progettato nell’ambito del tirocinio formativo un’intera unità di apprendimento, della durata di 50 ore, sul gioco «Polyminix» realizzata poi nella scuola I.C. Via Mar dei Caraibi di Ostia (Roma).
Con molto piacere condivido con voi alcune interessanti questioni, emerse durante il lavoro di tesi, che riguardano l’origine e l’evoluzione storica dei polimini.
Solomon Golomb (1932-2016), il padre dei polimini
Forse non tutti sanno che nel 1953 un giovanissimo studente del dottorato in matematica all’università di Harvard, chiamato Solomon Golomb (1932-2016), presentò ai suoi compagni del club universitario di matematica una conversazione piacevole su certi poligoni che egli chiamò polyominoes (in italiano polimini): figure geometriche formate dall’unione di quadrati congruenti che hanno almeno un lato in comune. Il matematico statunitense sarà da quel momento considerato il padre dei polimini, ai quali dedicherà un saggio e numerosi articoli pubblicati sulle più importanti riviste di matematica ricreativa, come la «Scientific American» nella rubrica Mathematical games curata da Martin Gardner.
I polimini sono gli oggetti geometrici alla base del “nostro” gioco in scatola «Polyminix» incentrato su concetti matematici e questioni alla portata di tutti, a cominciare dal quadrato e dai poligoni, la somma geometrica e la scomposizione di figure piane e di segmenti; i loro confronti additivi, i loro rapporti e la loro misura. Le formule della scuola primaria si trasformano così come per magia, da questioni grigie e opache da imparare a memoria, in enigmi affascinanti e rompicapo che incitano i bambini a mettersi alla prova con coraggio.
Il gioco spinge ad esplorare e apprendere dagli errori, e allo stesso tempo invita alla discussione, alla spiegazione e allo sforzo di convincere gli altri della validità delle proprie soluzioni.
«Polyminix» non è l’unico gioco in scatola basato sui polimini, al contrario esso rappresenta un esempio di geometria ricreativa che vanta un forte collegamento con la realizzazione materiale. Negli anni Duemila i polimini hanno ispirato molti giochi in scatola, sia per bambini che per adulti, messi in commercio in vari paesi. Tra questi troviamo ad esempio «Blokus» (2000), commercializzato in Francia, «Pyramidens Portar» (2003) in Svezia o ancora «Ubongo» (2005) in Germania.
Un aspetto sorprendente che emerge cercando nel passato di questi giochi in scatola è che tutti loro hanno un antenato comune dalle origini antichissime: la scacchiera.
Ed è infatti proprio a partire dalla scacchiera, e dalla sua scomposizione, che i polimini appaiono materializzati per la prima volta nel lontano 1880 nel puzzle meccanico inventato da Henry Luers: il «Sectional Checkerboard»
Ciò che contraddistingue il caso dei polimini è anche il collegamento con la dimensione digitale.
La lettura della traduzione russa del saggio sui polimini scritto da Golomb, pubblicato nell’Unione Sovietica nel 1975 e i materiali-gioco in plastica che circolavano a quel tempo nell’URSS hanno ispirato il giovane informatico Aleksej Leonidovič Pažitnov nella progettazione del famosissimo videogioco «Tetris», la cui prima versione risale al 1984.
Se volete approfondire la storia di questo videogioco potete seguire il documentario della BBC Tetris, From Russia with love (2004), cliccando qui.
I polimini dunque hanno costituito nel tempo un piccolo universo a sé di oggetti matematici semplici, accessibili a tutti, che suscitano una rete di domande o quesiti, anch’esse accessibili e che si configurano come tipici quesiti ricreativi, e in tal senso esemplificazioni di problemi di matematica.
Se siete curiosi di leggere ulteriori approfondimenti sul mondo dei polimini rimanete aggiornati sul blog!
Molto interessante
Troppo bravissima assai la “nipotina” Alessia, ha preso dallo zio Girolamo 😉