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Racconto di un ennesimo primo giorno di scuola…
- 25/09/2017
- Pubblicato da: Tokalon
- Categoria: MATEMATICA SCUOLA
Approfittiamo anzitutto del ritardo nella pubblicazione di questa settimana per ricordare il nostro caro Prof. Giorgio Israel proprio a due anni oggi dalla sua morte. Le sue parole sono ancora da stimolo e sostegno per il nostro lavoro, sono cioè più vive che mai: proprio qualche giorno fa, ad esempio, si commentava insieme con alcuni colleghi della squadra di ToKalon la sua brillante riflessione sulla confusione attuale tra informazione e conoscenza di cui scrisse in una delle sue ultime fatiche, il pamphlet “Aboliamo la scuola media?” (Il Mulino)
Pubblichiamo ora il testo di una lettera che abbiamo ricevuto da un docente di Matematica e Fisica della scuola secondaria di secondo grado, che ha voluto rimanere anonimo: ci è sembrato che valesse la pena condividere all’inizio dell’anno il suo contributo come occasione di riflessione per tutti noi.
Vi scrivo per condividere con voi la mia recente esperienza di un nuovo inizio: spero in un confronto “ricco e profondo” – come del resto è sempre stato in questi anni con i docenti di ToKalon che ho avuto la fortuna di incontrare!
Nuovo anno, nuova scuola, nuove classi, nuovi colleghi, soprattutto nuova sfida!
Mi son ritrovato in un quartiere molto diverso rispetto a quello in cui ho lavorato negli ultimi anni, mi son ritrovato ad insegnare in un diverso indirizzo di scuola superiore.
L’inizio non è stato dei migliori, sicuramente anche il mio stato d’animo non è stato d’aiuto. Ricominciare, anzi in questo caso proprio cominciare, non è mai facile. Anche i miei ragazzi staranno vivendo gli stessi sentimenti credo. Durante i primi incontri collegiali sono “leggermente” spaesato, mi sembra che parlino una lingua molto diversa dalla mia. Nel dipartimento tutti, o quasi, mi hanno accolto con una pacca sulla spalla, ma il motivo l’ho scoperto di lì a poco: non insegnerò nelle classi del liceo scientifico e quindi, almeno secondo loro, non potrò fare la Matematica con la “M” maiuscola!
Per fortuna però è arrivato il primo giorno di scuola. Finalmente sono entrato in classe, e lì trovo ad aspettarmi gli studenti: la loro presenza è scontata nel mio lavoro ma è sempre una novità, un regalo atteso ma ogni volta diverso da quello che mi ero immaginato!
Dopo qualche anno che non mi capitava più, fra le classi affidatemi c’è una classe prima. Questa cosa mi ha rincuorato e soprattutto animato notevolmente: mi piacciono le sfide, mi piace mettermi in gioco!
Ho iniziato con un’attività di conoscenza, un po’ per rompere il ghiaccio (anche se ho trovato ad attendermi ragazzi parecchio vivaci, intraprendenti e, come dire, sciolti nella comunicazione!) un po’ per cercare di farmi un’idea di cosa frulli nella testa di un quattordicenne che si accinge a studiare anche per questo nuovo anno scolastico matematica! La domanda posta alla classe è stata: “qual è il vostro rapporto con la matematica?”
E qui, per la prima volta dopo la presa di servizio ad inizio mese, ho ritrovato e riascoltato qualcosa a me familiare! Mi son sentito di nuovo a casa!
“Prof, Parliamoci chiaro… noi siamo negati! Noi e la matematica non andiamo proprio d’accordo…non la capiamo…non ci entra proprio in testa! Ora facciamo noi una domanda a lei: ma a che serve studiarla?!”
Soprattutto mi son sentito di nuovo inerme davanti questi sentimenti: perchè si convincono di non essere in grado di riuscire in matematica? È poi così vero?
Animato da tutto questo, alla luce di un test d’ingresso tutt’altro che incoraggiante svolto nei giorni successivi, ho deciso di iniziare il lavoro in classe tralasciando libro e quant’altro. E così con l’intento di scoprire nuovamente insieme perchè studiamo matematica, ci siamo messi a giocare con i numeri!
Calcolo mentale tanto per cominciare, o meglio, ricerca di strategie utili per calcolare somme, prodotti. Le divisioni arriveranno a breve, intanto riprendiamo un po’ di fiducia. Non accontentandoci di arrivare alla soluzione, testando varie strategie proposte, con loro sorpresa da loro stessi, provando a spiegare il perchè di certe scelte più o meno convenienti, abbiamo trascorso le nostre ore impegnati in vere e proprie conversazioni matematiche, vivendo insieme forse la vera essenza del fare matematica. Ci siamo divertiti e cimentati anche con la somma dei primi 10 numeri naturali, dei primi 20, dei primi 100 – con il racconto dell’aneddoto del vecchio maestro di Gauss – fino a quando non è emersa la possibilità di creare una formula. Sì, state leggendo bene, abbiamo generalizzato le domande e scritto assieme la formula $latex \displaystyle\frac{n(n+1)}{2}$.
Non sono in grado di descrivere sentimenti ed emozioni che questa esperienza ha suscitato in loro ed in me. Stupore, curiosità, e sicuramente una punta di soddisfazione. Abbiamo/hanno “creato” una formula, alcuni per la prima volta…
“Prof, ci riproviamo?”
Eccomi allora a chieder loro di sommare i primi n numeri dispari…
Bene… Nuovo anno, nuova scuola, nuove classi, nuovi colleghi… NUOVA SFIDA! Sono pronto! Questo è per me FARE MATEMATICA, altro che pacche sulle spalle! E soprattutto è anche per questo che per me è importante studiarla a scuola!
P.S.: approfitto per ringraziarvi di cuore per aver ripubblicato l’articolo del Prof. Israel dal titolo “Insegnare senza effetti speciali” con quelle due riflessioni iniziali del prof. Regoliosi sull’espressione “portato per” e sull’aggettivo “distratto” come contrario di attratto, che mi ricordano perché più di 15 anni fa ho deciso di fare questo bellissimo mestiere!
Buona matematica a tutti noi!