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Prima della prima…
- 02/10/2017
- Pubblicato da: Emanuela Spagnoletti Zeuli
- Categoria: MATEMATICA SCUOLA
Pubblichiamo questa settimana il racconto di un’esperienza della nostra Emanuela Spagnoletti Zeuli che sabato 29 settembre è intervenuta al Convegno Mateinitaly con una relazione dal titolo Un’opportunità per tutti: la matematica del sostegno. Quello che vi proponiamo è un suo racconto da insegnante curricolare di classe prima di qualche anno fa. Un’esperienza forte, probabilmente da molti di noi condivisa, e che sicuramente ci darà da riflettere e confrontarci… intanto buona lettura!
Qualche anno fa ero ancora una docente di scuola primaria precaria e, avendo ricevuto dall’ex Provveditorato un incarico annuale, mi venne affidata una classe prima. La Dirigente mi affidò l’ambito matematico. Ne fui molto contenta essendo la materia in cui mi ero laureata in Scienze della Formazione Primaria pochi anni prima e nella quale avevo deciso di proseguire il mio cammino di studio e ricerca come membro esterno del Laboratorio di Matematica per la Formazione Primaria di Roma Tre. Insomma: ero fresca di studi e carica di “belle speranze”!
Durante la prima interclasse mi venne spiegato che la scuola seguiva una programmazione “blindata” per discipline: si sarebbe dovuto procedere tutte le insegnanti di pari passo, facendo le stesse cose e con gli stessi tempi.
L’idea non mi piaceva anche se, essendo la più giovane e appena arrivata, mi è sembrato corretto affidarmi alle colleghe più anziane ed esperte. Mi piace lavorare in gruppo e in armonia e quindi ho deciso di adeguarmi senza sollevare questioni.
Così abbiamo iniziato a proporre i lavori in classe (tutti gli stessi, tutti uguali, tutti nello stesso momento!): “Colora di verde le palline dentro e di blu quelle fuori”, “Ritaglia e incolla il vaso in alto e i libri in basso”, “Colora l’albero dietro il muro e le farfalle davanti al muro”, “Colora i bambini più vicini alla casa” e ancora “Colora di grigio la nuvola davanti e di azzurro quella dietro” (era il 27 settembre).
Non capivo dove stessimo andando. In programmazione provai a chiedere: “Ma quando iniziamo a fare matematica?” Mi risposero che quella era matematica, più precisamente erano i prerequisiti per la matematica, fondamentali per affrontare al meglio la materia. Giorno dopo giorno vedevo i miei piccoli studenti sempre più annoiati e demotivati che mi chiedevano a gran voce di iniziare i numeri. C’era chi già sapeva contare fino a cento, chi sapeva fare semplici addizioni e chi sapeva qualche tabellina a memoria grazie ai fratelli maggiori; insomma bambini svegli, vispi, preparati e motivati, una classe pronta a partire ma… Bisognava aspettare di terminare i prerequisiti (tutti gli stessi, tutti uguali, tutti nello stesso momento!)
E così il mese di ottobre è trascorso lavorando con “aperto-chiuso”, “vicino-lontano”, “destra-sinistra”, “tanti-pochi-nessuno”, “Tutti, ciascun, alcuni, qualche, almeno e soltanto”, “e oppure o”. Di matematico non c’era assolutamente nulla (si veda anche http://gisrael.blogspot.it/2012/12/bestiario-matematico-n-17.html). Lo sapevo io e lo intuivano i miei piccoli alunni. I testi in adozione e le guide didattiche segnalavano queste parole come rilevanti e significative. Per chi? Non certo per i matematici (che non hanno mai trattato cose simili nella storia della matematica!) né tanto meno per i piccoli alunni che già conoscevano il significato di questi termini e trovavano noioso continuare l’analisi semantica di queste parole colorando piccoli oggetti in schede oltretutto poco accattivanti anche dal punto di vista grafico.
Cercavo di rendere il tutto un’attività di italiano, oppure di inserire quasi di soppiatto qualche idea matematica:
- apparecchiando la tavola si mettevano le posate a destra e sinistra e vi era un’idea di corrispondenza biunivoca;
- trasformavo i contrari vicino-lontano, lungo-corto, alto-basso in confronti geometrici fra coppie di segmenti (come nell’immagine), e verificavo con la mia prima quanto fosse intuitivo per i bambini trovare il segmento maggiore (il più alto, il più lungo), introducendo così al concetto di misura!
Il mese di novembre è proseguito stabilendo relazioni indicate da frecce e disegnini (cosa produce, dove abita, stessa forma, stesso colore, stessa quantità). Finalmente si cominciava a vedere la fine del tunnel: eravamo arrivati ad avere a che fare con delle quantità (oggetti, puntini, ecc.), ma purtroppo non potevamo ancora considerarle nel modo più semplice, logico e razionale che ci fosse, cioè cominciando finalmente a contare, come tanto desideravano i bambini. No: per stabilire se la quantità di cose fosse maggiore minore o uguale ad un’altra è stato necessario usare delle frecce che collegavano uno ad uno gli elementi dei due gruppi considerati. In questo modo, tramite la rappresentazione della corrispondenza biunivoca, è stato possibile valutare faticosamente, vedendo dove rimanevano oggetti senza frecce, quale dei due gruppi di oggetti fosse il maggiore: una follia per loro incomprensibile!
Infatti, i bambini naturalmente erano in grado di stabilire al volo quale delle due quantità fosse maggiore (o eventualmente se vi era la stessa quantità di oggetti) CONTANDO, ma erano costretti a “trattenersi” dal farlo, e adeguarsi a ciò che il compito prevedeva, ossia tracciare tante freccine quante erano gli oggetti dei gruppi rappresentati.
A dicembre abbiamo continuato a lavorare sugli insiemi, i sottoinsiemi e le relazioni d’ordine d’inclusione. Solo dopo le vacanze di Natale abbiamo finalmente presentato i numeri: in cifre, parole, sull’abaco, sulla linea dei numeri, con i regoli e con gli oggetti intorno a noi. Finalmente si poteva contare, e ciò ovviamente comportava senza saperlo, esercitarsi sia sulla relazione d’ordine “maggiore o uguale” dei numeri naturali (nove va dopo sette) sia sulla corrispondenza biunivoca. Finalmente si iniziava a far matematica! Bambini felici, maestra di più!
Questo breve racconto di vita scolastica per testimoniare come spesso si perda di vista il buon senso e il buon insegnamento per seguire fantomatici libri di testo o guide didattiche. La vecchia febbre insiemistica ha fatto il suo tempo, perché non sempre le innovazioni vanno per il verso giusto e ormai si è capita la centralità del conteggio e della intuizione geometrica dei bambini. In ogni classe prima sono molti i bambini che arrivano sapendo contare e alcuni anche calcolare; bambini che giocano fin da piccoli con mattoni e materiali educativi (come il Lego o il Kapla) e si orientano bene nella costruzione di solidi. E chi non ha avuto queste esperienze presto si aggiungerà, sentendo e vedendo i compagni, lavorando tutti insieme: non ci si dirà che le freccine degli insiemi equipotenti sul quaderno potranno incoraggiare i bambini che non hanno mai contato o con poca esperienza motoria o linguistica! È molto importante partire dalle loro conoscenze e valorizzare la loro curiosità e desiderio di sapere, perché solo in questo modo è possibile trasmettere una matematica realmente interessante, che abbia vero significato per loro e per la loro vita!
È da poco iniziato l’anno scolastico e voglio augurare a tutte le classi prime un buon cammino e un bellissimo viaggio alla scoperta dei numeri e del paesaggio matematico!
Buona matematica a tutti!