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Primi passi… nella matematica. Le prime esperienze matematiche dei nostri figli (1)
- 09/12/2016
- Pubblicato da: Cecilia Sartini
- Categoria: LIBRI MATEMATICA SCUOLA
Lanciamo oggi una nuova rubrica che ci vede coinvolti non più soltanto come insegnanti, ma anche come genitori: Primi passi… nella matematica, per raccontare tante semplici esperienze quotidiane in cui i nostri bambini costruiscono le proprie concezioni matematiche ingenue (che possono essere in parte errate o richiedere perferzionamento, ma molto frequentemente contengono tracce di idee matematiche corrette, come ricorda la Prof.ssa Ana Millàn Gasca in Numeri e forme. Didattica della matematica per i bambini, Zanichelli 2016).
Perché interessarci a questa tematica? Innanzitutto per una sana curiosità, la stessa che spinge ogni genitore ad osservare i propri figli scoprire il mondo, e ad accompagnarli in questa avventura, in un cammino sempre nuovo di conoscenza e meraviglia. In secondo luogo perché queste idee matematiche ingenue devono costituire un necessario punto di partenza per un insegnamento scolastico che voglia far presa sui bambini: per condurli a cogliere i concetti matematici astratti bisogna permettere loro di tornare alle proprie esperienze, fornire molteplici contesti concreti familiari in cui immedesimarsi come in un gioco ed intuire, in modo via via più profondo, che la matematica ha un valore generale. Va da sé che con il progredire degli studi ci si distaccherà sempre più dal concreto; esso rimane però inizialmente indispensabile.
Vi è però un legame ancor più profondo tra l’apprendimento della matematica e l’esperienza infantile.
Magaret Donaldson, psicologa britannica, nel suo saggio Children’s mind (titolo italiano: Come ragionano i bambini) scrive: Il processo di muoversi oltre i confini del senso comune (le esperienze del vissuto) è innaturale, ne senso che non si verifica spontaneamente. […] Ma, in un altro senso, il movimento non è affatto innaturale – è il potenziamento di una forza latente.
Il potenziale che si considera nell’insegnare concetti matematici è, richiamando ancora una volta Ana Millàn Gasca in Numeri e forme, un atteggiamento spontaneo di interesse, di curiosità ed entusiasmo proprio dei bambini; si tratta di una vera e propria forza, che spinge a voler sperimentare, provare, domandare, che si esprime nell’eccitazione della scoperta, nel divertimento di misurarsi con il mondo.
A tale proposito vorrei ricordare un fatto curioso che ha coinvolto mio figlio di cinque mesi. Mi trovavo in bagno davanti allo specchio e lo avevo lasciato davanti alla porta aperta, nel suo ovetto, in modo tale che potesse guardarmi mentre mi lavavo le mani. Dalla sua posizione riusciva anche a vedere la mia immagine riflessa. Ad un certo punto lui guarda me, guarda il mio riflesso, e ride, visibilmente eccitato: che novità!
Questo senso di sorpresa di fronte a una situazione nuova (in questo caso incisiva anche perché coinvolgente a livello affettivo), di fronte a una scoperta, è chiaramente preludio e motore di ogni conoscenza; per quale motivo rappresenta un terreno particolarmente fertile per la matematica? Forse perché muoversi in questa disciplina significa porsi domande, ricercare soluzioni, accettare sfide, misurarsi con la ripetitività degli atti del pensiero, rintracciare nessi concettuali, generalizzare, far leva sull’intuizione… Tutti comportamenti e atteggiamenti che accompagnano il bambino nella sua esplorazione della realtà e lo portano, nell’interazione con l’adulto, a formare le prime, personali idee matematiche.
Così, raccontare e riflettere sulle concezioni matematiche ingenue dei piccoli può costituire un’ottima “palestra”, che permette di individuare varie tematiche su cui far leva nelle prime fasi dell’insegnamento e di tener presenti i contesti concreti più familiari ai bambini. Al tempo stesso restituisce una freschezza nel riscoprire le cose, attraverso lo sguardo semplice ma profondo dei piccoli.
Invitandovi a dare più di un’occhiata al capitolo 5 di Numeri e forme – di cui avremo sicuramente modo di parlare altre volte – vi lasciamo con la promessa di inserire i nostri racconti, riflettendo sulle implicazioni matematiche corrispondenti.
A presto!