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Vita di classe e il “dietro le quinte” nel libro L’ABC della matematica. Una recensione
Il libro si legge tutto d’un fiato sia per lo stile confidenziale di scrittura sia perché, con il procedere dei capitoli, si viene letteralmente catapultati all’interno della vita di classe. È possibile percepire nelle pagine lo sguardo curioso dei bambini, le loro emozioni legate alle scoperte, i loro timori davanti agli errori e alle difficoltà. La manipolazione dei materiali genera in loro un autentico trasporto e attiva un genuino coinvolgimento. La figura della maestra osserva con pazienza, non anticipa e non spinge gli alunni a conclusioni, ma lascia che le “cose” emergano naturalmente dalla loro osservazione, guida l’esperienza talvolta sollecitando la riflessione ma pur sempre nel rispetto del tempo dei bambini.
Il libro presenta in maniera dettagliata le attività ma ciò a cui viene dato particolare rilievo non è tanto la descrizione della loro attuazione quanto piuttosto i ragionamenti e i fondamenti teorici alla base di determinate scelte. Una comprensione profonda delle ragioni teoriche che fondano le scelte didattiche permette a ciascun insegnante di acquisire la libertà di progettare delle attività in accordo con la propria personalità e il proprio stile di insegnamento. Ecco perché il libro non rappresenta una gabbia ma si offre come strumento per liberare l’azione degli insegnanti, un invito a riflettere in profondità e a lanciarsi in un’azione con un forte impianto teorico. Infatti, chi si approccia alla lettura dopo aver studiato il testo “Numeri e forme”, osserverà che questo libro si pone in forte continuità con il precedente rappresentando un ottimo esempio di quella visione di apprendimento dinamico della matematica.
Ho trovato molto affascinante il fatto che il libro ci introduce “dietro le quinte” delle attività poiché attraverso il racconto l’insegnante condivide con il lettore i ragionamenti che hanno portato alla loro ideazione. Partendo dalla condivisione di riflessioni e dubbi maturate negli anni di esperienza si descrive “lo stato dell’arte” dell’insegnamento della matematica nella scuola e da qui si avvia un radicale cambiamento nella visione dell’insegnamento.
Gli spunti che offre il libro sono davvero molteplici ma vorrei concludere con uno dei passi che mi ha maggiormente emozionata. Mi ha molto colpita come fin dai primi giorni l’insegnante abbia voluto coinvolgere i bambini in una visione ampia della matematica utilizzando racconti e albi illustrati, facendo forza sull’importanza della narrazione come canale di attivazione del coinvolgimento emotivo.
L’insegnante non dimentica mai quanto nel processo di apprendimento la componente affettiva sia importante al pari di quella cognitiva. Per attuare questo coinvolgimento emotivo utilizza nelle sue lezioni un espediente narrativo (proprio come una regista dietro le quinte) per costruire un legame con i suoi alunni e un rapporto di intimità di questi con i numeri. Ho trovato quindi veramente “romantica” la foto dei bambini che portano al polso il piccolo “calcolo”, il sassolino della matematica. Mi sono immedesimata molto nella loro emozione nel ricevere questo piccolo “dono” dalla maestra, quasi un “amuleto” che li guiderà nel loro viaggio alla scoperta della matematica. Tutti noi abbiamo bisogno di un piccolo “amuleto” che ci trasmetta fiducia e speranza e con questo dono la maestra ha creato un senso di appartenenza al gruppo in cui tutti si sono sentiti inclusi nel vivere la stessa avventura.
Credo sia un testo importante e che si presta ad essere letto e riletto in diversi momenti perché trasmette un grande entusiasmo e una spinta al “fare”. Proprio perché credo che raccogliere e condividere questi lavori sia molto importante per tenere sempre vivo un dialogo riflessivo sulle pratiche di insegnamento, non rimane che sperare che a questo lavoro possa seguirne un altro che presenti il lavoro nelle ultime due classi.
Valentina Andreoli, laureata magistrale in scienze pedagogiche e docente di scuola primaria presso l’IC Santa Beatrice di Roma